GIAPPONE SULLA PELLE, NELLA VITA e PER SEMPRE

GIAPPONE 

SULLA PELLE,

NELLA VITA e PER SEMPRE

GIAPPONE SULLA PELLE, NELLA VITA e PER SEMPRE

La mia completa passione per il Giappone e la sua cultura è immensa e questo si vede dai miei racconti.

E dunque perché è così importante per me?

Tutto parte quando ho cominciato ad essere attratta dalla loro scrittura. Mi affascinava tantissimo il fatto che avessero una sorta di scrittura misteriosa che capivano solo loro come popolazione, neanche i cinesi riescono a leggere perfettamente i Kanji giapponesi. Dunque ho cominciato a interessarmi della loro scrittura anche se il problema era proprio la difficoltà dei due alfabeti e che da autodidatta tra lavoro e studio cercavo di aver costanza nello studio perché volevo arrivare a fare il primo livello di JLPT però serviva proprio un maestro, dunque ho acquistato tutti i libri della Hoepli (che trovate nel mio articolo dei libri sulla lingua e cultura giapponese) e ho cominciato a studiare tutto ciò che potevo, il resto sarà mio compito in futuro cercare un insegnante di giapponese e studiarlo (dico così anche per lo spagnolo che amo come lingua e anche come cultura, ma questa è un'altra storia).

Una volta che ho imparato le basi della lingua mi piaceva l'idea di salutare in giapponese e vedere le facce dei miei interlocutori, leggevo libri sulla cultura e sulle loro tradizioni, tutto ma proprio tutto lo trovavo affascinante e pieno di magia. 

Dunque essendo una ragazza universitaria avevo deciso di studiare l'economia giapponese e di dedicare la mia tesi triennale alla analisi dell'impatto che la ferrovia giapponese più veloce al mondo con funzionamento a lievitazione magnetica, lo Shinkansen, ha sulla economia giapponese.

Il professore aveva trovato la mia tesi compilativa molto interessante e mi aveva dato un buon voto.

Con il passare degli anni il mio amore per il Giappone cresceva e sentivo il bisogno di provare qualcosa di più che una conoscenza tramite un libro o un film. 

La cosa che mi divertiva di più era cucinare il sushi e piatti tipici giapponesi ogni weekend per la mia famiglia che faceva da cavia e li assaggiava per poi individuare quale piatto preferiva. Ho numerosi ricettari anche questi li trovate nell'articolo dedicato ai libri sulla cultura giapponese. Ho comprato tutto il necessario per cucinare il sushi e servirlo come in un vero e proprio ristorante giapponese e modestamente i miei dicono che il sushi che faccio io è molto buono perché sa proprio di genuino.

Dunque io lavoravo nel comune della mia città in quel periodo per avere la mia indipendenza economica almeno per le cose che volevo fare come i viaggi. Era l'anno della mia laurea magistrale e avrei dovuto decidere su che argomento farla. Allora su cosa potevo orientarmi se non sulla mia passione? Beh certo, volevo fare la mia tesi magistrale sul mercato del lusso in particolare analizzare l'impatto dei brand italiani sul mercato giapponese. Quando presentai l'idea al mio relatore lui era molto scettico e spiegandomi che non conosceva a fondo questo mercato sarebbe stato difficile valutare me che ne scrivevo, ma mi fece una battuta che io, come al mio solito, presi sul personale e come una sfida.

Mi disse:"Non posso assegnarle questa tesi Rattalino, perché non avrei gli strumenti per correggerla, a meno che lei non vada in Giappone e mi possa portare delle prove e dimostrazioni di quello che vuole dimostrare con la sua tesi".

Io mi presentai un mese dopo con un biglietto di sola andata per Tokyo chiedendo l'assegnazione della tesi, che era troppo importante per me poter avere quel titolo e che avrei fatto tutto il necessario per dimostrare la mia tesi.

E così il professore di Marketing di Lusso mi assegnò la tesi, credo più per compassione della mia testardaggine che per il pensiero che davvero avrei portato una dimostrazione.

Il mio Viaggio in Giappone iniziò il giorno in cui il professore mi assegnò il titolo perché diventò una organizzazione meticolosa e uno studio approfondito di ogni minimo articolo, saggio, libro che parlava dei brand di lusso italiani in Giappone. Avevo cominciato ad acquistare pure Vogue per capire se le notizie che inseriva nei suoi articoli erano dimostrabili.

Ma quindi cosa dovevo tanto dimostrare?

Dovevo dimostrare che i giapponesi hanno un amore sfrenato per i nostri brand di lusso, che farebbero qualsiasi cosa pur di comprarsi una borsa Gucci almeno una volta nella loro vita e perché? perché per loro è una distinzione sociale. La loro società è divisa, meritocratica, ma discriminante. Proprio a partire da queste cose, l'apparenza è tutto per loro (non perché io amo questo paese allora io la pensi come loro perché non è proprio così).

Infatti nella mia tesi portavo esempi concreti di persone che non avevano una casa, vivevano coi genitori, o in povertà, ma in pubblico sfoggiavano la loro borsa Gucci, magari presa a noleggio.

Casi di persone che hanno una abitazione talmente piccola che al posto del frigo hanno messo un armadio per il completo Fendi. Ci sono tante situazioni allo stremo, ma per loro indossare capi firmati mentre si va al parco, in bici, a fare la spesa è totalmente normale. 

Bene o male l'italiano medio, se va al Mercatò a fare la spesa non mette il completo Giorgio Armani e la borsa Gucci, loro invece sì. Ogni momento è buono per ostentare il loro ceto sociale e questo è molto singolare da studiare ed analizzare non trovate?

Io lo trovavo una cosa assurda, stranissima e da conoscere.

Poi certo che i ricchi potevano permettersi di lavare i vetri della macchina con una maglietta di Gucci, anche se come ben sapete e potete immaginare una persona facoltosa non si lava i vetri da solo o non si fa la spesa da solo, ma anche nelle mansioni più comuni, come una passeggiata con il cane, questi ricchi o chi meno facoltoso si vestono tutti con capi firmati, che hanno acquistato o noleggiato con più o meno fatica. 

Dunque il fatto che tutti perseguissero il solo obiettivo di ostentare per sentirsi appagati del proprio lavoro o per pararsi dal giudizio degli altri era un fenomeno che meritava di essere capito.

Infatti alcuni acquistavano beni di lusso come un premio per loro stessi dopo il duro lavoro e la fatica, ma non sempre questa situazione era affrontata il modo semplice, infatti chi non riusciva a perseguire i propri obiettivi cadeva in quella che comunemente viene chiamata depressione, infatti il tasso di suicidio in Giappone è molto alto.

Nel mio viaggio ho visitato principalmente Tokyo con tutti i suoi quartieri e ho avuto la dimostrazione della mia tesi, intervistano le persone per cui ho dovuto spiccicare due parole di giapponese dato che loro non parlano l'inglese e non vedono di buon occhio chi cerca imperterrito di farsi capire in inglese essendo loro molto conservatori e avversi ai modi comuni occidentali.

Ho avuto la fortuna di conoscere una donna italiana che viveva in Giappone, lavorava allo store di Calzedonia ed aveva sposato un giapponese. Una altra donna invece giapponese che vive in Italia ed altre persone che mi hanno aiutata molto partecipando alle mie interviste. 

Tornata dal mio viaggio (che è raccontato nei minimi dettagli nell'articolo dedicato al mio viaggio in Giappone con tutte le foto) mi sono laureata con il massimo e ho continuato a lavorare per permettermi altri futuri viaggi in Giappone. 

Ebbene sì dopo tutta questo elenco di perché e per come amo il Giappone, adesso vi svelerò il significato del titolo dell'articolo.

Dopo essere tornata a casa dal Giappone, aver stilato la tesi magistrale, essere uscita con 110 e il tutto continuando a lavorare, ho deciso di farmi un tatuaggio e non cominciate con la solita solfa sui tatuaggi e i significati ecc ecc... Io mi sono tatuata una kokeshi che porta sulla cinta la data della partenza per il Giappone per ricordare a me stessa ogni volta che l'avrei visto, che sono riuscita a fare ciò che nessuno mi riteneva in grado di fare perché troppo occupata a lavoro o con troppo da studiare o con troppi impegni e il ragazzo e la famiglia preoccupata e la tesi e questo e quello ecc.. io ho preso e sono andata ad inseguire il mio sogno perché di vita ne abbiamo una e io sentivo il bisogno di fare questa esperienza e che sarebbe stata l'esperienza più bella ed importante della mia vita e così è stato, è la cosa di cui parlo con più emozione, entusiasmo ed orgoglio in assoluto. Il mio fantastico Viaggio in Giappone <3

Il Giappone non è il paese perfetto che tutti credono e non è il paese delle ingiustizie e discriminazione che tutti credono. Il Giappone è il paese che io amo con i suoi difetti e pregi, ma che adoro amare nella mia testa nelle mie convinzioni, in modo platonico. Magari ci vivessi non sarebbe così, per questo io vivo in Italia e amo il Giappone!

Commenti

  1. Descrizione fatta con passione e con una obiettività che la rende una piacevole lettura...

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    1. Grazie mille!!! Infatti è il mio pensiero sincero, sono contenta che sia piacevole leggere le mie parole perchè per me è un argomento molto importante! :)

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